Il sound di Comin’ and Goin’
L'etichetta di musica "mondiale" è ovvia se un sitar indiano si inbatte con un berimbau afro-brasiliano, mentre un didgeridoo australiano dialoga con un tschanggo coreano. Comin’ and Goin’ è riuscito a trovare una propria espressione musicale nella fusione di questi strumenti. è sempre nuovamente un'esperienza emozionante sentire come strumenti provenienti da ambienti culturali così diversi si integrano a vicenda e allo stesso tempo si contrastano.
La musica di Comin’ and Goin’ è influenzata da un lato da strumenti musicali naturali provenienti da culture extraeuropee (sitar - India, didgeridoo - Australia, tschanggo, Tsching - Corea, berimbau - Angola, Brasile), dall'altro lato risulta un grazioso contrasto dall'impiego della chitarra sintetizzatrice, del contrabbasso elettrico e acustico e del sassofono.
I pezzi vengono per lo più elaborati collettivamente, partendo dalle idee compositive dei singoli musicisti. I passaggi di arrangiamento si alternano a improvvisazioni di solisti. Alcuni songs si basano su ritmi tradizionali (p. es. Baoingo, Fünf Schlaglöcher in drei Minuten), altri nascono da concetti della musica classica indiana (p. es. Sleep well, Omes!). C'è però anche posto per elementi di blues e di jazz. Un forte influsso sulla musica di Comin’ and Goin’ esercitano le esperienze di Bernhard Noriller con il concetto di TaKeTiNa® del musicista e compositore austriaco Reinhard Flatischler, soprattutto per ciò che riguarda l'effetto meditativo e spirituale della ritmica e della composizione.
Il sound di Comin’ and Goin’ invita ad intraprendere un viaggio musicale nel quale si conduce l'ascoltatore in un mondo multiculturale e dinamico-meditativo.

   
   
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